La pubblica amministrazione cambierà. Nei prossimi 5 anni è previsto l’ingresso di 750 mila nuovi assunti. I concorsi saranno rapidi, dovranno concludersi in 100 giorni. Nelle selezioni le amministrazioni potranno tenere conto dei titoli. Ci saranno percorsi “ad hoc” per far entrare professionisti e personale altamente qualificato attraverso accordi con le Università e con gli ordini. Anche per coloro che saranno chiamati a lavorare al Recovery, rafforzando gli organici delle amministrazioni, avranno percorsi veloci fuori dai concorsi. La seconda gamba della riforma sono le semplificazioni. Sono già state individuate 600 procedure che dovranno essere tagliate o profondamente modificate per andare incontro alle esigenze di cittadini e imprese. Cambierà il meccanismo del silenzio-assenso. Le amministrazioni dovranno “certificare” il decorso del termine. La Pa non avrà più termini «ordinatori» (ossia che possono essere superati senza sanzioni), ma solo termini «perentori». Per i progetti del Recovery ci sarà una particolare commissione di Via (valutazione impatto ambientale) statale, che avrà delle procedure accelerate. Sarà reso operativo il principio del «Once only», le amministrazioni non potranno chiedere ai cittadini documenti di altre amministrazioni. Questo significa che le banche dati dovranno finalmente parlarsi tra di loro.