Bollette, ecco come risparmiare in vista dei nuovi rincari: i consigli per ridurre del 15% i consumi

Più che chiedersi se il gas basterà, c’è da interrogarsi su “che prezzo avrà” per l’Italia l’inverno 2023-2024, il primo quasi senza il gas russo, ora minacciato anche dalle tensioni geopolitiche scatenate dallo scontro HamasIsraelePerché, salvo escalation ancora più devastanti in Medio Oriente, il metano per accendere i termosifoni e far girare l’industria non mancherà, giurano gli esperti e anche il governo. Vale anche ora che si sono fermate le importazioni egiziane di Gnl in Europa, dopo che Israele ha interrotto l’estrazione dal giacimento offshore Tamar, che esporta gas proprio verso Egitto Giordania. Ma gli effetti delle tensioni si vedranno inevitabilmente sulla bolletta di famiglie e imprese, che hanno già incassato gli aumenti secchi di settembre e ottobre. 

 

 

 

Bollette, le proiezioni degli aumenti

Le proiezioni degli esperti e delle associazioni dei consumatori non sono così rassicuranti. Si parla tra i protagonisti del settore di un rincaro complessivo di luce e gas di almeno 355 euro annui per nucleo familiare. Ma i rincari possono anche essere fuori controllo in caso di un’estensione del conflitto tale da minare le nuove forniture di Gas naturale liquefatto (Gnl) all’Europa. Un rischio per le famiglie da limitare almeno con la proroga del mercato tutelato delle tariffe fissate dall’Arera, vanno dicendo da tempo gli stessi rappresentanti dei consumatori. Poi ci sono gli aiuti del governo confermati per famiglie numerose e con redditi bassi, a partire dal bonus sociale.

 

 

Come risparmiare

Ma un altro modo per salvare la bolletta è contenere i consumi di luce e gas, come hanno saputo fare gli italiani l’inverno scorso: termosifoni accesi al massimo a 19 gradi, per un’ora in meno, e con un taglio della stagione di due settimane. Così si taglia la bolletta annua delle famiglie di almeno 180 euro, ha calcolato l’Enea. Ma con lavatrici a pieno carico e lampadine green, si può risparmiare anche di più. Per il momento il governo non ha ritenuto di rinnovare il Piano di contenimento volontario dei consumi. Non ci sono segnali di pre-allarme. Ma secondo l’EntsoG, l’associazione europea degli operatori del trasporto gas, «ridurre il consumo del 15% in Europa con misure di risparmio energetico» può essere lo strumento necessario per correre ai ripari in caso di un inverno particolarmente freddo. Del resto, le indicazioni Ue fino a marzo 2024 vanno proprio in questa direzione che «sarebbe sufficiente a mantenere gli stoccaggi al 30% a fine inverno, senza dover aumentare ulteriormente le importazioni di combustibile fossile», spiega lo stesso EntsoG nel Winter Supply Outlook 2023/2024. Se però dovesse venir meno anche quel po’ di metano che affluisce ancora in Ue dalla Russia, allora si dovrebbe anche «incrementare le importazioni di gas, anche Gnl».

 

 

 

I rischi

 Dopo un’estate in cui il prezzo del metano è tornato ai livelli fotografati prima del conflitto russo-ucraino, oggi il gas viaggia oltre i 50 euro per megawattora al mercato Ttf di Amsterdam. Vuol dire oltre il 40% in più del minimo toccato il 5 ottobre, subito prima che fosse aperto il fuoco su Israele. E se guardiamo il Psv del mercato italiano, sul quale sono fissate le tariffe dell’Arera, l’incremento è ancora maggiore. Arriva a superare il 56%. Con la consolazione che siamo sotto il +70% toccato il 16 ottobre scorso a soli 10 giorni dall’avvio dello scontro. L’incremento rende bene l’idea dell’inverno «da incubo» che può essere, nella definizione dell’osservatorio Ubroker, che vede il gas a 55 euro e oltre per gennaio. «Ogni crisi e ogni conflitto ricordano all’Italia che non ha fatto abbastanza negli ultimi decenni per aumentare la propria indipendenza energetica», commenta il presidente Cristiano Bilucaglia. «Il problema resta la dipendenza energetica dell’Italia e dell’Europa da Paesi ciclicamente soggetti a crisi e conflitti. Oggi il 36% del gas ci viene fornito dall’Algeria», ha continuato, «una dipendenza che si ripercuote sulle bollette e anche sul pieno dell’auto». Anche perché «partner che come l’Algeria sembravano un porto sicuro, oggi risultano molto più instabili». «Pur essendoci molto gas nel mondo non sempre è alla portata nostra», ha ammesso del resto nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, alludendo evidentemente ai rischi che corrono le forniture in caso di allargamento delle tensioni. Certo, gli stoccaggi al 99% (in tutta Europa non si vedevano livelli così alti dal 2017) rappresentano il cuscinetto massimo da utilizzare in caso di picchi di freddo. Ma l’incertezza dell’evoluzione geopolitica non permette di escludere niente, nemmeno di rivedere i prezzi sulle montagne russe. Ecco perché lo stesso ministro ha chiesto al Consiglio europeo di prorogare il price cap che scatta a quota 180 euro per megawattora. Non si sa mai, è il suo ragionamento. E l’Europa ha già fatto sapere che è pronta a farlo se necessario.

 

 

Le previsioni

 Dove può arrivare la bolletta? Il sistema energetico italiano è in condizioni migliori di un anno fa, ha spiegato alla Camera, il presidente di Enea, Gilberto Dialuce. Ma una certa «fragilità» resta, e «problemi ai flussi di gas da sud e di Gnl in presenza di temperature rigide e una ripresa dei consumi asiatici potrebbero produrre nuove tensioni sui prezzi». Anche l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi, ne fa più una questione di prezzo, dicendo che non ci sono problemi con le forniture dall’Algeria, ma che il conflitto Hamas-Israele «rende più complicato concludere la già complessa diversificazione dal gas russo». Le problematiche geopolitiche, unite al freddo in arrivo, porta tensioni a chi non ha gas come l’Europa. Su questo c’è un po’ di preoccupazione» ha ammesso Descalzi. Ora il clima mite, quasi estivo, in gran parte della penisola, sarà certamente di aiuto. Il grande freddo potrebbe arrivare solo a gennaio. E la domanda si conferma in calo un po’ in tutta Europa. Ma anche se Israele e Palestina, così come i territori limitrofi, «non hanno alcun ruolo cruciale nella fornitura di gas all’Europa», l’incertezza data dalla situazione geopolitica attuale aggiunge un ulteriore peso sull’inverno che potrebbe vedere improvvise impennate tutte le volte che sale il termometro delle paure e dei rischi legati ai conflitti, alternate a periodi di maggior tranquillità. Fin qui i rischi di volatilità. Uno scenario completamente diverso si aprirebbe invece in caso di allargamento del conflitto, all’Iran o addirittura all’Arabia Saudita, visto che il Medio Oriente rappresenta circa il 25% del mercato globale del Gnl, con il Qatar in prima linea.

 

 

I prezzi

In questo caso, assai improbabile al momento, i prezzi del petrolio si sposterebbero probabilmente verso i 150 dollari al barile. Mentre i prezzi del TTF si orienterebbero probabilmente verso i 100 euro per Megawattora e forse oltre, dice Edoardo Campanella, analista di Unicredit. Già ai prezzi di oggi Assoutenti calcola un aggravio medio per famiglia da 210 euro per il gas (fino a 1.537 euro annui) da aggiungere, nell’ipotesi di prezzi costanti, ai 145 euro in più da mettere in conto per la luce (a quota 909 euro annui). In tutto si tratta di 2.446 euro e un incremento complessivo del 17% rispetto alle tariffe attualmente in vigore. Figuriamoci se i prezzi si raddoppiassero. Alla bolletta del gas attuale bisognerebbe aggiungere 1.000 euro all’anno (in tutto 2.334 euro). Mentre per la luce l’aggravio sarebbe di 636 euro (fino a 1.400 euro a famiglia). In tutto 3.734 euro di spesa. Non basterebbe più il bonus sociale. Nuovi interventi come il congelamento degli oneri di sistema sarebbero indispensabili. Al momento la legge di Bilancio dovrebbe prorogare il bonus energia e gas una tantum destinato alle famiglie in difficoltà con 15.000 euro di Isee. Si tratta di un contributo in bolletta introdotto a ottobre solo per chi prende già il bonus sociale energia, ma puntualmente diversificato in base al numero di componenti della famiglia. Confermata a 30mila euro la soglia Isee per ottenerli se si hanno almeno 4 figli a carico. Ma i consumatori sperano anche in un rinnovo nel 2023 dello sconto sull’iva (al 5%) sul gas. Ma soprattutto, in caso di nuovi rialzi dei prezzi, andrebbero ripristinati gli sconti sugli oneri di sistema della luce, magari riservandoli a chi ha contratti a prezzi variabili o a chi ha un reddito inferiore a 35mila euro, chiede l’Unione Nazionale Consumatori. La speranza è che non faccia troppo freddo.

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