Le criptovalute sono «un investimento sul nulla» e «illegali», con «rischi fortissimi», avverte il presidente della Consob, Paolo Savona. Ma poiché ci sono già 4.500 criptovalute in circolazione nei portafogli delle famiglie di tutto il mondo, vanno urgentemente regolamentate. Un grido l’allarme, quello di Savona, condiviso anche da Bankitalia e dalla Bce oltre che Fmi. Il fiume, però, al momento è senza argini. Quindi meglio prendere tutte le precauzioni possibili visto che il crollo a catena dal Bitcoin in giù registrato sul mercato a maggio ha spazzato via circa 1.000 miliardi di dollari di valore di mercato, una buona parte dei 2.500 miliardi che le criptovalute erano arrivate a capitalizzare al loro apice, giusto per avere un’idea dei rischi di cui si parla. La migliore risposta per gli analisti di Moneyfarm è dunque puntare sul lungo termine in ottica di diversificazione. «Si tratta di un ambiente complesso in cui fare trading», spiegano, «che non necessariamente offre un rapporto rischio/opportunità migliore di altre asset class. Chi adotta un approccio di medio lungo termine, sa che esiste un rischio associato alla sostenibilità dei singoli progetti.
Sul fatto che la blockchain sia una tecnologia utile ci sono pochi dubbi, ma non possiamo prevedere quali valute si imporranno da qui ai prossimi anni. A chi è interessato a investire in criptovalute con un intento speculativo, ricordiamo che il trading sulle valute virtuali a breve termine è molto rischioso, ma potrebbe essere considerato una componente potenzialmente redditizia di un portafoglio di investimenti più ampio». Insomma, nei periodi di alta volatilità si possono fare fortune (ma anche perderle). «Non c’è niente di nuovo in questo», dicono, «le bolle di mercato sono sempre state un’opportunità potenzialmente redditizia per alcuni e una rovina per molti». Ma attenzione: quello delle criptovalute è un mercato non regolamentato, molto esposto ad azioni e manipolazioni speculative dei mercati azionari, in balia di volubili sentiment di comunicazione. Fare trading con successo richiede nervi d’acciaio» e «non è raccomandabile ai più, neanche con una quota marginale risparmi», avvertono gli esperti. Per chi, invece, vuole investire nella blockchain con una logica di lungo termine, il consiglio è mantenere un portafoglio diversificato. «La blockchain probabilmente è qui per restare», concludono, «ma non possiamo prevedere se lo saranno anche Bitcoin, Ethereum o altri coin», né se il loro prezzo crescerà». © RIPRODUZIONE RISERVATA