Mundys, la nuova piattaforma globale della mobilità sostenibile che ha preso il posto di Atlantia, riparte dal super hub di Fiumicino.
Un passaggio di consegne più che simbolico, nel segno della continuità da una parte e dell’innovazione dall’altra. Perché lo scalo romano lega bene il passato e il futuro del gruppo Benetton, il profilo green e il radicamento territoriale, la qualità del servizio e la traiettoria verso il mondo che verrà. Ne è consapevole Alessandro Benetton, presidente di Edizione e vice presidente di Mundys, che questa svolta l’ha prima immaginata e poi realizzata. Seguendo l’istinto dell’imprenditore di razza. E, come scrive nella sua autobiografia, sottolineando il fatto che «per pensare in grande è necessario esporsi, rischiare, uscire dalla propria zona di comfort, dalla rassicurante familiarità di ciò che già conosciamo». Dopo gli anni travagliati per le vicende del Ponte Morandi e la cessione di Aspi, si volta pagina con il cambio di tutti i vertici, dell’assetto organizzativo e dell’azionariato e con l’ingresso del nuovo partner Blackstone. Per riprendere la corsa con una strategia e un impulso diverso, ma con le radici nella tradizione industriale di famiglia.
LE STRADE DEL SUCCESSO
«Aeroporti di Roma – dice a MoltoEconomia Alessandro Benetton – è uno dei gioielli del nostro gruppo infrastrutturale. Per il sesto anno consecutivo, Fiumicino è considerato l’aeroporto più apprezzato in Europa dai passeggeri per la qualità dei servizi. È la porta d’Italia e una delle porte d’Europa per i passeggeri internazionali che, dopo il periodo difficile della pandemia, hanno nuovamente iniziato a volare». E in effetti lo scalo romano «sta diventando sempre più un luogo di innovazione, tramite la presenza dell’Innovation Hub, un acceleratore di impresa con caratteristiche uniche al mondo, che consentono a startup internazionali di testare i loro prodotti e servizi direttamente sul campo». «Fiumicino – insiste Benetton – è inoltre uno degli scali più sostenibili d’Europa, con infrastrutture come il Molo A che hanno ricevuto la massima certificazione sulla sostenibilità ambientale. Per questo sono davvero lieto che il prossimo 12 aprile a Fiumicino si inauguri il nuovo Molo B, a seguito della ristrutturazione effettuata da Adr nel corso dell’ultimo anno. I passeggeri avranno così a disposizione un molo completamente rinnovato e una nuova grande piazza di accesso». E con la ripresa del traffico aereo e le opportunità offerte dal Giubileo 2025 e dall’Expo 2030, per ora un auspicio, lo sviluppo ulteriore è assicurato. Del resto, il nuovo molo, spiega ancora, «è la dimostrazione più tangibile di come gli investimenti in infrastrutture favoriscano la crescita della competitività e la nascita di nuova occupazione. Come Mundys, siamo davvero orgogliosi di supportare lo sviluppo di uno dei principali hub intercontinentali, al servizio di Roma e del Paese, considerato un punto di riferimento da tutto il settore aeroportuale». Solo per il Molo B sono stati investititi circa 80 milioni, mentre il processo di modernizzazione dura ormai da anni. Il piano di sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino prevede circa 2,2 miliardi di investimenti entro il 2027. Con lo scopo di focalizzarsi nella realizzazione di infrastrutture aeroportuali sostenibili, nell’intermodalità e nell’adozione di tecnologie per la decarbonizzazione del settore per azzerare entro il 2030 le emissioni proprie. Tra l’altro, proprio Adr è stato il primo gestore italiano a mettere a disposizione delle compagnie aeree il Saf, il carburante verde, e ha avviato la conversione dei propri impianti fossili di generazione elettrica in tecnologie green, attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici e l’introduzione di sistemi di accumulo. Entro i prossimi 8 anni, in tutto l’hub di Fiumicino saranno installati 5.000 punti di ricarica per i mezzi elettrici dei passeggeri e del personale aeroportuale.
LA NUOVA ERA
La nuova era di Fiumicino scatterà, come accennato, il 12 aprile con il Molo B per i voli Schengen, completamente rinnovato secondo i più rigorosi criteri di sostenibilità e della circular economy. Ma accanto alle piste e alle sale d’imbarco, ci sarà spazio anche per l’Innovation Hub, un acceleratore d’impresa inserito nel cuore del Terminal 1, nel quale un numero crescente di startup provenienti da tutto il mondo potrà inventare e testare tecnologie e soluzioni che potranno poi essere applicate da tutto il settore. Senza contare la sfida del vertiporto e dei velivoli elettrici stile Blade Runner, che consentiranno già nel 2024 di collegare lo scalo con la Capitale. Benetton ha spiegato bene la filosofia che ispira Mundys: «L’ambizione, che nasce in Italia per competere in tutto il mondo, è quella di gestire e realizzare infrastrutture sostenibili e innovative, migliorando l’attrattività dei territori e semplificando la vita delle persone in movimento. È questo lo spirito più vero della nuova realtà che abbiamo creato insieme alle lavoratrici e ai lavoratori che, ogni giorno, operano al servizio di milioni di viaggiatori».
LA FORZA DEL GRUPPO
Mundys è presente in 24 Paesi, con asset iconici e strategici e con infrastrutture e servizi integrati tra loro. Ogni anno sulle reti del gruppo vengono effettuati oltre 3 miliardi di transiti di automezzi leggeri e pesanti, mentre gli aeroporti italiani (Fiumicino e Ciampino) e francesi (Nizza, Cannes e Saint Tropez) ospitano 60 milioni di passeggeri, mentre altri 7 milioni di persone usano i servizi di mobilità di Telepass. Mundys è anche presente in più di 600 grandi città in tutto il mondo (tra cui Londra, Miami, Singapore, Bogotà) con le piattaforme di mobilità urbana che consentono lo snellimento del traffico e la riduzione delle emissioni. Sono oltre 23.000 i dipendenti della nuova realtà, di cui circa 6.000 solo in Italia.
I PROSSIMI TARGET
Nei prossimi 5 anni Mundys ha programmato un piano di investimenti per 10,4 miliardi con tre macro obiettivi: potenziare le infrastrutture esistenti, così da garantire sempre un alto livello di qualità del servizio; introdurre strutturalmente innovazioni tecnologiche per erogare nuovi servizi digitali agli utenti; ridurre in modo significativo le emissioni, anche generando energia tramite fonti rinnovabili e migliorando gli effetti sull’ambiente circostante. Ma come saranno distribuite le risorse nei vari comparti? L’Italia, in termini assoluti, resta il singolo Paese dove si investirà maggiormente nei prossimi 5 anni, con un totale di oltre 3,3 miliardi. Una scelta di testa e di cuore. Mundys è per Benetton «la conclusione di un anno di lavoro nel quale abbiamo portato avanti un profondo cambiamento e una forte discontinuità dei valori e del business» e «l’avvio di un nuovo capitolo della nostra storia imprenditoriale, che vogliamo scrivere con i nuovi partner di Blackstone e le nuove professionalità che si sono unite al gruppo, apportando valore sul fronte dello sviluppo internazionale, dell’innovazione e della crescita sostenibile».
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