"MoltoEconomia: La recessione che verrà". Il convegno in streaming dalle Scuderie di Palazzo Altieri, Roma.
Giancarlo Giorgetti (Ministro dell’Economia e delle Finanze)
Sulla manovra abbiamo avuto un «approccio di prudenza», che guarda sia all'emergenza energetica che al debito alto, ma è anche una «manovra coraggiosissima, che in passato nessuno ha fatto», perché «ha preso risorse dalla previdenza e le ha messe sulla famiglia, sui figli, perché senza figli non ci sarà riforma delle pensioni che sia sostenibile».
«Con la Manovra il governo ha preso atto della realtà. E la prima è che l'Italia – anche a differenza di altri Paesi – ha da affrontare il fronte della crisi energetica e quello della sostenibilità del debito. Con questa manovra li abbiamo tenuti entrambi. Non è un caso che abbiamo deciso di utilizzare quel minimo scostamento per destinarlo alle misure di mitigazione per famiglie e imprese. E lo abbiamo fatto in modo addirittura più mirato del precedente governo Draghi alle categorie più deboli. Abbiamo dato un segnale di serietà che credo i mercati abbiano apprezzato».
«Di fronte a una situazione in cui viviamo e la recessione annunciata, nel mondo ci sono diversi tipi di risposte. La Manovra merita di essere criticata, ma credo che in un contesto di emergenza abbiamo adottato uno spirito di grande responsabilità. In questo quadro abbiamo mantenuto un equilibrio importante, che va riconosciuto. Penso che abbiamo scritto una Manovra che sarà utile all'Italia».
La recessione la «consideriamo un evento probabile, ma è impossibile fare previsioni di questi tempi, soprattutto nel medio-lungo periodo». Il ministro ha spiegato che «siamo costretti tutti a confrontarci con stime diverse, il Fmi dà recessione, la Commissione una lieve crescita, la realtà è che tutti diamo per scontato un problema che avremo nella stagione invernale e che è connesso alla dinamica dei prezzi delle materie prime e soprattutto dell'energia». Ma purtroppo «dipende da eventi tragici non nella nostra disponibilità», ha spiegato il titolare del Mef.
Paolo Gentiloni (Commissario UE all’Economia)
«Le previsioni sono un esercizio complicato. La commissione europea parla di una contrazione invernale più che di recessione, che sarà seguita da una molto graduale ripresa nel prossimo anno. C'era anche l'ipotesi che stessimo raggiungendo il picco dell'inflazione e questo sembra confermato. La terza previsione era sul mercato del lavoro: continua ad essere in una situazione tutto sommato positiva. Tutte queste previsioni portano a dire: la recessione? Dipende da noi. Dipende dalle politiche che riusciremo a fare a livello europeo e nazionale ma anche da molte variabili internazionali».
Per il commissario c'è la possibilità che si abbia un ultimo trimestre 2022 e il primo del prossimo anno con segno negativo, seguito da una molto limitata e graduale ripresa nella seconda metà dell'anno prossimo.
«Il mix tra guerra, inflazione, tensioni geopolitiche e commerciali, tutto assieme costituisce un contesto complicato. Italia ha un problema in più rispetto ad altri Paesi europei, quello dell'alto debito. È un limite alle possibilità di espansione e sostegno economico alla nostra economia che ha come antidoto il Pnrr. Come spenderemo questi quattrini è fondamentale». «Possiamo continuare a non essere il "fanalino di coda"» in Europa «ma una delle condizioni è che nello spazio delle politiche espansive che abbiamo vada utilizzato fino in fondo». «L'uscita dalla drammatica crisi del Covid» per il nostro Paese «è stata piuttosto rapida. Le nostre previsioni sul ritorno del Pil ai livelli pre-covid erano molto più prudenti. L'Eurozona è tornata prima del previsto su quei livelli e l'Italia, che doveva essere tra gli ultimi, invece ci è arrivata assieme ad altri Paesi».
«Penso che il governo è impegnato a rispettare questi impegni» del Pnrr. «Ho sentito la presidente, l'ho incontrata a Bruxelles con Giorgetti e Fitto, conosco le difficoltà, se ci sono ritardi vanno affrontati». «Il principale impegno di qualsiasi Paese Ue è cercare di rispettare scadenze e obiettivi». I «ritocchi» si possono fare, ma a condizione che si rispettino gli impegni.
Antonio Patuelli (Presidente ABI)
«Usciamo da un'estate economica positiva, soprattutto in alcuni settori. Questo ha aumentato il Pil dell'uiltimo trimestre. Ma questa crescita è uniforme. Dobbiamo vedere le attività in continuo, a partire dall'industria. Due indicatori sono elemento di preoccupazione. La produzione industriale nel confronto europeo vede nel mese di settembre, rispetto ad agosto l'Italia calare dell'1,8% contro una crescita media in Europa».
«Io sono per non rassegnarci alla recessione che verrà. Dobbiamo fare ogni sforzo per evitarla. Ci sono molti pericoli. Le previsioni sono un indicatore frequentemente fallace. Non ci sediamo su queste, ma cercare di correggerle. La recessione non è inevitabile».
VIDEO > Crisi, Patuelli a MoltoEconomia: «Non rassegnamoci a recessione inevitabile»
Stefano Antonio Donnarumma (AD e DG Terna)
«Gli investimenti nelle reti di trasmissione e nelle fonti di energia rinnovabili, accompagnati da quelli, non meno rilevanti, in accumuli di energia elettrica, sono fondamentali per abilitare la transizione energetica e per renderci indipendenti dal gas importato». Donnarumma ha spiegato che Terna ha un Piano decennale di Sviluppo della rete da 18,1 miliardi di euro con investimenti che puntano a «renderla ancora più efficiente rinforzando, in particolare, le dorsali di trasporto dal Sud al Nord del Paese». Investimenti che «sono destinati ad aumentare e che hanno visto superare il miliardo di euro nei primi nove mesi del 2022, prima volta nella storia del Gruppo». L'ad ha poi spiegato che per cogliere le opportunità delle rinnovabili, «è anche fondamentale avere un sistema sempre più interconnesso a livello internazionale. Grazie alla sua posizione geografica, l'Italia è al centro del Mediterraneo e può diventare l'hub energetico di collegamento tra il Nord Africa e l'Europa continentale». Negli ultimi mesi «si sono fatti dei passi in avanti sul fronte delle rinnovabili» ma «è necessario un cambio di passo anche nello sviluppo degli accumuli», perché gli investimenti in questo campo «sono stati insufficienti».
Giampiero Massolo (Presidente Atlantia)
«Per chi gestice un aeroporto dell'importantza del Leonardo Da Vinci, avere una compagnia di bandiera funzionante è un nodo strategico fondamentale. Guardiamo con ottimismo a quello che sta succedendo a Fiumicino. Il Covid ha inciso profondamente sulla contrazione del flusso di passeggeri. E' stato un momento difficilissimo, durante il quale abbiamo approfittato per fare investimenti rilevanti. Ora vediamo una ripresa del traffico rilevante». Nel corso dell'evento Massolo ha parlato anche della guerra in Ucraina e delle prospettive che può avere la pace.
VIDEO INTEGRALE > Donnarumma (Terna) e Massolo (Atlantia) a MoltoEconomia, l'importanza delle reti
Dario Scannapieco (AD e DG CDP)
«Dobbiamo lavorare a rafforzare le infrastrutture di rete. Bisogna lavorare per rafforzare il parco delle rinnovibili. Altro tema è quello delle interconnessioni europee: anche queste vanno rafforzate. E poi il tema dell'economia circolare non è più postponibile. Cdp ha approvato una revisione del piano – che rimane confermato come impostazione strategica – ma dobbiamo concentrarci di più sui gap a partire dalle infrastrutture materiali e immateriali. Il tutto in una logica di complementarietà e addizionalità con il sistema delle banche».
Franco Bernabè (Presidente del consiglio di amministrazione Acciaierie d’Italia)
«C'è una narrazione sulla crisi energetica totalmente priva di fondamento. Quest'anno sono venuti meno 80 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia. L'anno prossimo di gas aggiuntivo non ce ne sarà tanto. Saremo molto fortunati se anche nel 2023 ci saranno le coperture che abbiamo avuto nel 2022. Nel 2023 di metri cubi ne mancheranno 70 miliardi. Come si fa a compensare la mancanza? O aumentando i prezzi o razionando in maniera più incisiva il consumo. Dobbiamo prepararci a un 2023 molto più pesante del 2022».
Bernardo Mattarella (AD Invitalia)
«Invitalia è da sempre il braccio che sostiene lo sviluppo del Paese. Abbiamo adattato i nostri strumenti alle esigenze del momento riscontrando una grossa reattività delle imprese, sia per la domanda al sostegno agli investimenti sia a quella di credito. Cosa dovrà continuare a fare Invitalia? Ad essere attore per sviluppo integrato e sostenibile. La nuova politica industriale dovrà essere coerente al nuovo quadro esistente».
«La maggior parte di quello che fa Invitalia è nel Mezzogiorno. Il nostro è un ruolo anticiclico. Molto è stato realizzato. Molto si può realizzare. E l'anticiclicità è la chiave».
Mauro Macchi (AD Accenture Italia)
«Per noi il Sud è una priorità strategica. E' un momento di importante discontinuità. Alcuni settori avranno un'accelerazione – dalla sanità digitale, all'economia dello spazio – Ci saranno tecnologie che dovranno essere implementate. E' importante avere centri territoriali di competenza. Il modo in cui si lavora oggi è diverso da quello di anni fa. Si può avere più presenza territoriale. Poi c'è il Pnrr. E' il momento giusto per creare scala. Il Sud ha più laureati, più laureate donne. E tutto ci dice che è il momento di lavorare con e per il Sud».
Veronica De Romanis (Docente di European Economics Luiss, Roma e Stanford University, Florence)
«Politica fiscale. Non si può più dare tutto a tutti. Ma farlo a chi ha bisogno. Il debito è un problema e bisogna avere uno spazio fiscale senza innervosire i mercati. Il governo ha fatto una manovra estremamente restrittiva. Un grado di austerità molto pesante».
Marta Dassù (Direttore di Aspenia and Senior Advisor, European Affairs, The Aspen Institute)
«Bisogna rivendicare negli Stati Uniti che se si parla di alleanza rispetto ai temi della geopolitica non ci può essere una diversa declinazione per l'economia. Va ripensa il modo in cui l'Unione Europea pensa alle sue priorità. Dobbiamo investire in energia e in difesa, e non lo stiamo facendo».
VIDEO > Europa e gli scenari globali, Veronica De Romanis e Marta Dassù a MoltoEconomia
Il webinar "MoltoEconomia: La recessione che verrà"
Siamo ad un passaggio decisivo dal punto di vista politico e sul piano delle riforme e delle decisioni in campo economico ed energetico, a livello nazionale e sovranazionale: in gioco c’è il contrasto alla recessione che verrà e il necessario avvio di un percorso di crescita.
Il convegno "MoltoEconomia: La recessione che verrà", dalle ore 10 in streaming su ilmessaggero.it, ilgazzettino.it, ilmattino.it. corriereadriatico.it e quotidianodipuglia.it.
Il video integrale del convegno
Con gli interventi di Antonio Patuelli (Presidente ABI), Paolo Gentiloni (Commissario UE all’Economia), Veronica De Romanis (Docente di European Economics Luiss, Roma e Stanford University, Florence), Marta Dassù (Direttore di Aspenia and Senior Advisor, European Affairs, The Aspen Institute), Dario Scannapieco (AD e DG CDP), Franco Bernabè (Presidente del consiglio di amministrazione Acciaierie d’Italia), Bernardo Mattarella (AD Invitalia), Mauro Macchi (AD Accenture Italia), Giancarlo Giorgetti (Ministro dell’Economia e delle Finanze), Stefano Antonio Donnarumma (AD e DG Terna), Giampiero Massolo (Presidente Atlantia).
Moderano: Costanza Calabrese (Giornalista) e Osvaldo De Paolini (Vicedirettore Vicario Il Messaggero)