Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, invita alla cautela sulla transizione ecologica. Una svolta repentina, un abbandono troppo rapido delle fonti fossili, a suo giudizio, avrebbe infatti un impatto pesante e difficile da sostenere per il sistema produttivo. Soprattutto in questa fase di emergenza provocata dal caro-energia.
IL RISCHIO
«Le decisioni assunte prima della crisi impongono una riflessione su dinamiche e tempi con cui dovrà avvenire la marcia verso la decarbonizzazione del pianeta», ha sottolineato il titolare dello Sviluppo all’incontro organizzato da MoltoEconomia. «Altrimenti alcuni settori industriali nella vecchia Europa, già stressati dal processo di cambiamento, rischiano la chiusura e se chiudono e non riaprono più». «Il problema di comparti come la siderurgia, l’automotive, le cartiere e la ceramica è che prima ancora della guerra avevano già di fronte una grande sfida per riuscire a trasformarsi da quando si è deciso, a livello europeo e globale, di stabilire alcune misure e traguardi di grandi ambizione per la decarbonizzazione. Ora, al processo di trasformazione, subentra un fattore totalmente imprevisto, questo impazzimento dei prezzi dell’energia che rende insostenibili i conti economici».
Giorgetti ha poi parlato di inflazione e dei provvedimenti del governo per difendere il potere d’acquisto dei cittadini. Il ministro ha sostenuto che il problema va affrontato senza mettere in campo strumenti usati in passato, come la scala mobile, che hanno aggiunto, ha sottolineato, alla spirale dei prezzi anche l’aumento dei salari. «Con l’ultimo decreto abbiamo cominciato a dare qualche segnale soprattutto per le famiglie con redditi medio-bassi con questo bonus da 200 euro, che qualcuno potrà considerare irrisorio, ma che comunque è qualcosa per molti cittadini italiani. Ma soprattutto – ha continuato il ministro – cercando di sterilizzare gli aumenti delle bollette per le famiglie con reddito inferiore a 12 mila euro». Giorgetti ha poi affermato che non tutte le aziende riusciranno ad assorbire i rincari e che cercheranno di trasferirli sui consumatori. È quindi necessario rimanere in «allerta» e monitorare la situazione per evitare fenomeni speculativi, come sta facendo il Mise con i prezzi dei carburanti. «È chiaro che dobbiamo inventarci una nuova politica dei redditi – ha osservato -. È una fase in cui le forze politiche e anche le forze sociali, datori di lavoro e sindacati, devono trovare un punto di approccio comune, altrimenti è un grande problema sopratutto quando inizia un ciclo elettorale».
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LE IMPRESE
Per il titolare dello Sviluppo la priorità è tenere il ritmo delle imprese, con risposte tempestive alle loro esigenze in una fase così delicata. «Il nostro ministero ha come interlocutori gli imprenditori alle prese con la crisi e dunque non possiamo permetterci di essere lenti nell’adottare quelle misure che le aziende ci chiedono», ha sottolineato Giorgetti, ricordando alcuni dei provvedimenti varati dal suo ministero. È stato ridisegnato e finanziato in maniera strutturale l’incentivo per l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni. Sul piatto 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024: le risorse rientrano tra quelle stanziate dal governo nel Fondo automotive, per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi fino al 2030.
Il Mise proprio in questi giorni ha poi avviato il Fondo impresa femminile, che dispone di una dotazione finanziaria complessiva di circa 200 milioni, di cui 160 provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e 40 stanziati dall’ultima legge di Bilancio. Il fondo, che si rivolge alle aziende femminili di qualsiasi dimensione, anche di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane, ha l’obiettivo di sostenere «la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati». I settori interessai sono industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.
Il ministero dello Sviluppo ha poi incentivato la ricerca e la produzione di sensori innovativi. Obiettivo: rafforzare l’autonomia strategica dell’Italia (e dell’Europa) nei componenti e sistemi elettronici all’avanguardia. «Incentivi e contributi dello Stato sono uno spreco se non ci sono idee e strategie imprenditoriali da sostenere – ha aggiunto Giorgetti -. Per questo il nostro slogan è: cerchiamo nuovi imprenditori e imprenditrici».