Il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato italiano sarà «temporaneo e moderato». E se è questa la conclusione emersa sul tavolo del G20, c’è da crederci. Dunque, all’Italia rimane da giocarsi il bonus-spread legato alla fiducia in Draghi. E anche con un po’ di volatilità all’orizzonte, tra timori per l’avanzata dell’inflazione, attese sulla ripresa negli Stati Uniti e in Europa, insieme all’incertezza sulle mosse della Banca centrale, il clima rimane favorevole per le prossime emissioni targate Tesoro. L’interesse del mercato per il primo Green Btp made in Italy è una conferma. Ma lo è al punto da poter spingere anche l’Italia verso un Btp Matusalemme, di oltre 50 anni e persino 100? La Spagna ha appena emesso un bond a 50 anni attirando più di 65 miliardi di richieste per un rendimento dell’1,458%. Una strada già battuta con grande successo (e tassi a supersconto) da Belgio e Francia, mentre la Slovenia ha optato per il 60 anni. Tornando alle vicende domestiche, soltanto pochi giorni fa, a metà febbraio, lo spread sul titolo decennale italiano viaggiava sotto quota 90 rispetto ai 100 attuali. E sono molte le banche d’affari che vedono il differenziale scendere di nuovo a quota 80, e anche oltre, verso quota 50, con i primi effetti della ripresa.
Ecco perché già prima dell’estate il Tesoro potrebbe considerare di puntare sulla parte ultralunga della curva. «È un’opportunità che l’Italia non può ignorare», spiega Althea Spinozzi di Saxo Bank, anche considerando la forte domanda sul mercato. Magari spingendosi fino al 100 anni. Il vantaggio sarebbe quello di poter offrire un titolo così lungo a un tasso intorno al 2,5%, un livello che si trova 100 punti base al si sotto del rendimento offerto dal Btp a 10 anni negli ultimi 20 anni (intorno al 3,68%). Soltanto il Messico, un mercato emergente considerato a rischio medio-alto, è andato oltre il 3% con il suo bond centenario. «Penso che a questo punto un’emissione a 100 anni possa avvenire in prossimità dell’estate – precisa Spinozzi – a quel punto non solo sarà chiara la posizione della Bce rispetto al sostegno del mercato europeo, ma si potrà anche trarre vantaggio da una diminuzione dei contagi da Covid e degli effetti del vaccino sull’economia». E ancora: «L’Italia si posizionerebbe molto bene nel “club 100” pagando una cedola ben sopra la media, soprattutto rispetto ad Austria ed Irlanda che offrono meno dell’1%». Nello stesso tempo il nostro Paese sarebbe in grado di pagare un tasso pari a quanto offerto negli ultimi vent’anni per il Btp a 3 anni. Per i risparmiatori significa potersi mettere in tasca un rendimento relativamente elevato praticamente per tutta la vita. Ma anche puntare su titoli rifugio sicuro nelle fasi di turbolenza. E di questi tempi non è cosa da poco.