É partita. La “rivoluzione green” di Autostrade per l’Italia è in corso. L’obiettivo dichiarato è favorire la diffusione della mobilità elettrica in Italia con un modello nuovo di gestione energetica della rete autostradale. Con un piano, quello di trasformazione di Autostrade per l’Italia messo a punto dall’amministratore delegato Roberto Tomasi, per dare una svolta storica al gruppo, che segna il passaggio verso un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Tra le principali iniziative, le cui procedure di attuazione sono state avviate, c’è ovviamente la realizzazione di una rete diffusa e avanzata di stazioni di ricarica ultra-veloce. Stazioni all’interno delle principali aree di servizio per favorire la diffusione della mobilità elettrica e, secondo aspetto, potenziare la produzione di energia rinnovabile. Con l’obiettivo di rendere autonomi sul piano del consumo i principali servizi sulla rete incluse, è evidente, le ricariche super rapide.
LA ROAD MAP
Così la società, dopo aver inizialmente testato stazioni di ricarica a potenza fino a 50kW nelle due aree di servizio di Frascati Est e Frascati Ovest, per incentivare la mobilità elettrica anche per le medie e lunghe percorrenze tipiche del viaggio autostradale, ha sviluppato un progetto specifico per l’erogazione del servizio di ricarica attraverso l’installazione delle nuovissime e poco diffuse in Italia stazioni ad alta potenza fino a 350KW (le High Power Charger – Hpc) che verranno implementate da Autostrade per l’Italia, secondo un principio di neutralità tecnologica e di libero accesso a tutti gli operatori di mercato. Questo consentirà di servire qualsiasi cliente dotato di una autovettura elettrica ricaricabile, sia esso legato ad un E-Mobility Service Provider (Emsp), sia che si tratti di un cliente occasionale della stazione di ricarica. Il tutto attraverso l’accettazione degli strumenti di pagamento più diffusi. Il piano, che ha già ricevuto il nulla osta dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, prevede in una prima fase l’installazione di stazioni di ricarica Hpc con una potenza fino a 300/350kW in oltre 70 aree di servizio (il 31% del totale) – ciascuna delle quali sarà dotata di almeno 4 postazioni di ricarica – individuate per coprire in modo omogeneo tutta la rete e distribuite mediamente almeno ogni 80/90 chilometri. Una scelta anche psicologica per ridurre al minimo la “range anxiety”, uno degli elementi, insieme al costo del veicolo ed ai tempi di ricarica, che rappresenta la principale barriera all’acquisto da parte della clientela delle e-car. Infatti, con l’installazione di queste stazioni un’auto di ultima generazione e con autonomia paragonabile a quella di un motore ad alimentazione tradizionale, potrà effettuare una ricarica adeguata in circa 10/15 minuti. Poco più quindi del tempo di un caffè.
I LUOGHI
Le prime due piazzole di ricarica sono in fase di completamento presso le aree di servizio Secchia Ovest e Flaminia Est. «Questa significativa riduzione dei tempi di ricarica consentirà di equiparare il tempo medio di sosta in un’area di servizio di chi viaggia con un’auto elettrica a quello di un viaggiatore che effettua un rifornimento con autovettura con motore endotermico» spiega Giorgio Moroni, direttore commerciale di Autostrade, «ma soprattutto rappresentare un volano importante per la diffusione dei veicoli integralmente elettrici nel nostro Paese». Non solo. Anche l’alimentazione delle colonnine per la ricarica elettrica Hpc sarà green e potrà essere prodotta anche “on site” da fonti rinnovabili, per esempio con i pannelli fotovoltaici. Ma la strategia complessiva della mobilità sostenibile non prevede soltanto le ricariche elettriche ma anche la progressiva installazione di punti di distribuzione a gas metano liquido e, in prospettiva, ad idrogeno, avendo riguardo alle esigenze del trasporto pesante di futura generazione e all’abbattimento anche in questo comparto delle emissioni di CO2.
IL PERCORSO
Il concetto di mobilità sostenibile comunque non si fermerà solo alla rete autostradale, ma si estenderà anche fuori della stessa autostrada mediante la realizzazione di vere e proprie aree “full green” che operino come punti intermodali sia per il trasporto leggero sia per quello pesante. Un primo test del piano di Aspi verrà svolto in un’area di servizio in Lombardia, vicino Milano, e in una in Toscana, nell’area di Firenze, in cui oltre alla installazione di ricariche Hpc verrà realizzato un parcheggio, a sua volta dotato di strutture di ricariche tradizionali adatte ad una sosta più lunga, con la possibilità, mediante vetture in car sharing, di raggiungere il centro città in modalità elettrica. Tutti questi servizi verranno messi a disposizione degli utenti attraverso un approccio digital e basato sulle tecnologie più avanzate. Va detto poi che la strategia green e di mobilità sostenibile verrà gestita mediante una nuova società controllata: Free To Xperience. Si occuperà dalla gestione della tariffa dinamica in caso di ritardi per la presenza di cantieri, alla gestione dei servizi di mobilità sostenibile e delle interconnessioni tra la rete autostradale e i grandi agglomerati urbani. Free To Xperience gestirà anche l’installazione delle colonnine oltre a tutti i sistemi di rapporto con il cliente-viaggiatore. Proprio per far fronte alla richiesta di energia pulita, verranno raddoppiati gli impianti fotovoltaici e triplicata la potenza installata: in questo modo sarà coperto il consumo di tutte le stazioni e tutte le aree di servizio della rete. Spinta anche alla produzione da fonti rinnovabili. Ma il cambiamento a che punto è? Aspi ha installato 165 impianti fotovoltaici (90 in aree di servizio, 54 su edifici periferici della rete quali autorimesse, posti neve, posti manutenzione ed edifici di stazione pedaggio, 11 impianti presso le direzioni di tronco, 8 impianti presso le direzioni generali e 2 campi fotovoltaici a terra) che producono oltre 12 GWh all’anno di energia elettrica green, pari al 7% del fabbisogno complessivo della rete autostradale gestita da Autostrade per l’Italia (175 GWh/a). Pianificata, infine, la realizzazione di ulteriori 10 impianti fotovoltaici in autoconsumo entro il 2021. Il nuovo impulso verso la spinta green del piano di Tomasi prevede un investimento di 25 milioni di euro: entro il 2022 saranno installati ulteriori 144 impianti, pari a 33 GWh annui di produzione di energia da fonte rinnovabile aggiuntiva, andando a triplicare la quota di elettricità pulita. Il totale degli impianti salirà a quota 319, per una produzione di energia elettrica verde complessiva di oltre 45 GWh. È, tanto per esemplificare, come se la totalità delle 240 stazioni e delle 204 aree di servizio della rete di Autostrade venisse alimentata da energia solare.