Banche e assicurazioni nei prossimi due o tre anni dovranno affrontare, in tutto il mondo, stress test molto severi legati all’ambiente, dato che le autorità di vigilanza – avverte Fitch Ratings in un rapporto diffuso recentemente – sono sempre più consapevoli dell’urgenza di valutare i rischi derivanti dal cambiamento climatico. Ed è per questa ragione che è stato creato un indice (l’European Extreme Events Climate Index) in grado di quantificare l’esposizione al rischio di eventi climatici avversi sui singoli territori. Lo hanno messo a punto, nell’ambito della ricerca applicata per la valutazione del pericolo derivato da eventi estremi, l’IFAB (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development) insieme a CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e a Leithà del Gruppo Unipol.
IL SUPPORTO
L’indice (la sigla sintetica è E³CI) fornisce un supporto all’identificazione delle aree interessate da eventi estremi e una misura della severità di questi eventi, costituendo un supporto applicativo preziosissimo, innanzitutto per i mondi della finanza e dell’assicurazione. Inoltre può essere utilizzato dalle istituzioni politiche per scelte legate alla riduzione dei rischi meteo indotti e per diffondere consapevolezza sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici. L’indice è costruito su cinque parametri: precipitazioni, stress da caldo, stress da freddo, siccità, vento intenso. Questi indicatori sono identificati e calcolati su base mensile in modo da generare informazioni sulla presenza e sull’entità dei pericoli legati al clima. Sicché si avrà una descrizione oggettiva della frequenza degli eventi climatici estremi, elemento fondamentale nella valutazione e mitigazione delle conseguenze finanziarie dei rischi. Gli eventi meteorologici estremi aumentano di frequenza, mettendo a rischio la vita e le risorse delle persone. Per dare un’idea, tra il 1998 e il 2017 i Paesi colpiti da catastrofi naturali hanno registrato perdite economiche per 2 mila 908 miliardi di dollari, di cui 2 mila 245 miliardi di dollari sono stati causati da disastri legati al clima. Per salvaguardare i mezzi di sussistenza e fornire supporto alle imprese, sia gli assicuratori che gli assicurati hanno bisogno di dati affidabili e informazioni sui cambiamenti climatici.
L’OPERATIVITÀ
Il potenziale dell’E³CI è enorme e può cambiare il modo in cui operano i mercati finanziari e assicurativi, fornendo indicazioni sui pericoli legati alle condizioni meteorologiche che così possono essere misurati in anticipo e con maggiore precisione. Il vantaggio, rendendo negoziabili queste passività, è aumentare trasparenza e concorrenza, con giovamento sia per gli assicuratori che per gli assicurati. Rappresenterà uno degli elementi costitutivi di un mercato che fino a oggi non esisteva e che era gestito attraverso transazioni bilaterali. Unipol, che supporta il progetto attraverso Leithà, sta già lavorando per assorbire l’indice nella propria realtà operativa, per valutarne l’impatto in termini di benefici. Successivamente, insieme alla direzione della Sostenibilità, la compagnia guidata da Carlo Cimbri valuterà se utilizzarlo nell’ambito del progetto ADA, di cui UnipolSai è capofila. L’intenzione del gruppo è supportare la strategia di promozione di IFAB attraverso tutti i suoi canali. Ad esempio, è già in cantiere un evento in partnership con Italian Insurtech Association (IIA) che ha lo scopo di approfondire tutti i risvolti applicativi di E³CI in ambito assicurativo.