La sanità del futuro sarà sempre più caratterizzata da concentrazioni di grandi gruppi, e da maggiore sinergia tra pubblico e privato soprattutto per ridurre le liste di attesa aumentate in maniera esponenziale a causa del Covid e una forte spinta verso l’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione». Maria Laura Garofalo, cavaliere del lavoro, avvocato («Ho esercitato tre anni, ho lasciato per un master in business administration alla Luiss e a quel punto mio padre mi ha voluto con sé»), è amministratore delegato di uno dei gruppi leader della sanità privata italiana: Garofalo Health Care spa, unico dell’healthcare quotato a Milano dal 9 novembre 2018 per effetto di un aumento di capitale da 74 milioni, con un passaggio allo Star a marzo accompagnato da una nuova richiesta di 42 milioni al mercato. Maria Laura è l’azionista di controllo con il 65%. In funzione dello sviluppo, finora GHC ha investito 234 milioni attingendo anche ai mezzi propri. In più il gruppo gode di piena fiducia da Unicredit che sta finalizzando un finanziamento di 220 milioni, di cui 90 di nuova finanza in parte utilizzata per l’ultima acquisizione.
CRESCITA NO STOP
Una crescita per acquisizioni che non si è mai arrestata, neppure nell’anno della pandemia con un impegno da parte delle strutture che hanno riconvertito interi dipartimenti in reparti per pazienti Covid, oltre che fornito agli ospedali pubblici apparecchiature e personale specializzato. Oggi GHC, con le ultime acquisizioni della Clinica San Francesco di Verona dove opera Piergiuseppe Perazzini, pioniere in Europa della chirurgia ortopedica robotica, la Domus Nova e la San Francesco di Ravenna a fine luglio, controlla 28 strutture sanitarie di eccellenza localizzate nelle otto regioni più virtuose del Nord e Centro Italia. Le otto strutture acquisite post-collocamento cubano 137 milioni di ricavi e un Ebitda di 30 milioni. L’imprenditrice romana è figlia d’arte: suo padre Raffaele, chirurgo generale nonché cultore d’arte e collezionista di manoscritti leopardiani, aveva fondato nel 1957 un gruppo di cinque cliniche. A fine Anni ‘90 Maria Laura ha ereditato il timone avviando uno sviluppo basato sulla diversificazione geografica e di comparto che ha permesso di creare una realtà da circa 300 milioni di fatturato. «Da papà ho ereditato coraggio, passione per l’arte e determinazione nel lavoro», dice. Parlando con lei viene spontaneo il paragone con Ornella Barra, l’ex top manager di Walgreens Boots Alliance, multinazionale americana, leader nella distribuzione di prodotti per il benessere. Maria Laura gode del supporto di un team d’eccezione formato dal banchiere d’affari Federico Imbert (ceo Italia Credit Suisse) e dall’avvocato Franco Gianni. Nella galassia Garofalo c’è anche l’European Hospital di Roma di cui il direttore della cardiologia Fabrizio Tomai, è un’eccellenza come il cardiochirurgo Ruggero De Paulis. Quanto al futuro, «GHC è focalizzata sulla crescita per linee esterne – continua Garofalo – e stiamo valutando l’ingresso in nuove regioni, oltre a consolidarci in Emilia-Romagna e Veneto».
GLI OBIETTIVI
Una delle regioni dove il gruppo non è presente è il Trentino Alto Adige. «È fondamentale il contributo che la sanità privata accreditata può fornire per la riduzione delle liste di attesa», prosegue l’imprenditrice. «A causa del Covid in questi ultimi due anni sono state moltissime le prestazioni sanitarie procrastinate e ciò ha cronicizzato alcune patologie». Nonostante la pandemia il gruppo ha fronteggiato bene la crisi investendo 20 milioni nel 2020 di cui parte nell’Istituto Raffaele Garofalo di Gravellona Toce ed è ricorsa alla cig Covid per 28 dipendenti ausiliari solo nella struttura dell’Eremo di Miazzina (Verbania) in relazione a una sotto occupazione dei posti letto proprio per la predominanza dell’emergenza sanitaria. «GHC investe nell’innovazione tecnologica, acquistando apparecchiature di diagnostica e cura all’avanguardia». Dopo l’apertura a Genova di Villa Fernanda, in settembre presso la Casa di Cura Villa Garda verrà aperto un nuovo reparto di 10 posti letto destinati alla cura dei pazienti extra regionali affetti da disturbi del comportamento alimentare. Presso il poliambulatorio Aesculapio in provincia di Modena, verrà altresì inaugurata una sede di sofisticate apparecchiature con un locale destinato alla diagnostica al femminile. «Il gruppo è molto spinto sulla digitalizzazione – prosegue Garofalo – che rappresenta un ambito importante, soprattutto a livello organizzativo e amministrativo. Le nostre strutture, coprendo l’intera filiera assistenziale, necessitano di una struttura interconnessa in cui i professionisti possano muoversi per l’individuazione del miglior percorso di cura possibile».
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